Buskers, baracche e burattiniL'arte di strada tra cultura e divertimento
![]() Abbiamo incontrato Paolo Casisa, compositore e arrangiatore fanese, che con il suo spettacolo "viaggio immaginario ma non troppo sul pianeta suono" affascina da qualche tempo il pubblico delle Manifestazioni all'aperto di tutta Italia. Come mai, con uno carriera artistica già avviata, ti sei messo a fare il busker ? E' stato tutto molto casuale:sono stato contattato nel giugno del 1998 dall'organizzatore di un Festival di buskers di Pennabilli. che avevo chiamato per proporgli il mio sestetto di musica funky-jazz. Era una situazione assolutamente anomala per me, non sapevo cosa fare, allora ho osservato gli altri e il loro metodo. Tornato a casa mi sono messo a lavorare e ho creato uno spettacolo di circa 40 minuti. Dopo di che ho cominciato a girare: Ferrara, Certaldo, Chioggia... Se si entra nel giro e si è bravi si può guadagnare bene, e c'è anche un altro aspetto: gli artisti di strada sono rispettati dogli organizzatori, dalla gente, cosa che non sempre succede per un musicista "normale". Quando si pensa all'artista di strada si pensa a quello che "fa cappello ", che più che avere un compenso passa tra la gente a chiedere un "contributo"... I compensi degli organizzatori sono orari, andare a "cache" è abbastanza raro. Nella nostro provincia ci sono altre occasioni per i buskers? Si, per esempio ho lavorato a Barchi... Questo tipo di arte è molto ricercato negli ultimi tempi per le feste e sagre paesane, o rievocazioni storiche come quello di Mondavio. Il bello è vedere cosa si inventano: a Barchi c'era uno che girava con un pianoforte finto vestito da damerino del '700... Basta avere un po' di estro... |