Articolo 8
Home Su Articolo 1 -Prima Pagina- Articolo 2 -Il RdC- Articolo 3 -RdC- Articolo 4 -RdC- Articolo 5 -CA- Articolo 6 -CA- Articolo 7 Articolo 8 Articolo 9 Articolo 10 Articolo 11 Articolo 12 Articoli Vari Scarica gli originali BURUNDI

 

Buskers, la festa è ricominciata

La 12a edizione della rassegna ha già stregato il pubblico

Un evento spettacolare da gustare spizzicando Molte le videocamere "sguinzagliate" dai registi fai-da-te

Paolo Casisa (Fotoservizio: Rossetti-Vecchiatini)

 

E i buskers si affacciarono su strade e piazze della città. Per un Festival che è ormai tradizione, forse non è del tutto fuori luogo un "attacco" che ha il sapore della fiaba. La promessa è come sempre di assicurare decine di spettacoli di provenienza mondiale per un’intera settimana.

Se cambiano i personaggi (ma è anche vero che non mancano alcuni graditi ritorni) e la mutevolezza del pubblico è quasi connaturata ad un evento spettacolare che si gusta spizzicando di qua e di là, resta inalterata, e quindi fiabesca, la formula. Che è fin troppo facile tradurre in magia. Ieri pomeriggio, per quella che è la prima del Festival, ossia lo spettacolo dei primi dieci gruppi alle 18, tutto si è semplicemente ricomposto. Per un racconto in note che andrà avanti fino alla prossima domenica, con i suoi colpi di scena che, tuttavia, si conoscono e si attendono al varco, e con l’indispensabile complicità che lega, ciascuno nel proprio ruolo e percorso, artisti e spettatori. Non senza le commistioni e gli scambi, come ha cominciato a far da subito, ieri in piazzetta Granisci, il polistrumentista e animatore di spettacolo collettivo Paolo Casisa che si è affrettato a distribuire ai primi (e più giovani) componenti della sua audience stradaiola una serie di strumenti a far da base ritmica e, perché no, a tentare qualche invenzione.

Lo spettacolo pomeridiano di ieri è stato come sempre il momento ideale e più praticabile per gli innumerevoli documentaristi fai-da-te che sono classicamente il primo contingente di pubblico del Festival. Prevalentemente estensi (anche questa è una caratteristica del primo giorno che sfuma via via), di tutte le età, equamente distribuiti tra videocamera e macchina fotografica, sono lì già prima che i vari gruppi squadernino la loro strumentazione sul selciato di piazza o strada ed hanno modo, come non gli succederà più da subito, di studiare l’inquadratura, di fare il Rassettino in più (avanti, prima, poi indietro o viceversa), insomma di curare per benino la regia del loro reportage senza la calca che fa gli occhiacci e, magari, non ti fa neanche passare. Anche per gli artisti la prima pomeridiana del lunedì è una sorta di collaudo di quanto andranno perfezionando nei giorni successivi (…)

Di Giorgio Chiappini